La mia, è una vita di merda: negli ultimi due anni ho fatto solo scelte del cazzo che hanno dilatato le mie speranze, i miei progetti, sino a tempi indecifrabili e anche economicamente dispendiosi. Direte A tutti è concesso sbagliare ma io non concedo all’errore di farlo entrare due volte dalla finestra, il giorno che lo caccio via me lo ritrovo a bussare davanti la porta e prontamente sono costretto a farlo entrare per poggiarsi i suoi luridi piedi sul pavimento. Si parlava anche di sogni. Ma quali sogni, oramai son diventate oasi nel deserto. L’unica cosa che non reputo di merda sono le conoscenze che ho avuto in tutti questi anni e certe volte mi verrebbe da piangere in ginocchio a ognuno di loro e chiedere scusa per ogni stronzata che commetto, prima di tutti a mia madre. Non perché influisca in qualche modo sulle loro vite, figurati se sono così influenzante, ma perché desideravo che conoscessero la parte migliore di me, ma sto diventando sempre di più la caricatura di un omino fatta a penna da un bambino di quattro anni: indelebile e senza senso. Cercavo l’amore, dopo una storia disperata finita tragicamente;  quello che posso cercare al più è un porno su qualche sito dedicato alle sei meno venti del mattino. Volevo un cambiamento salendo qui a Pisa; l’unica cosa che sto cambiando sono i modi di bestemmiare mentalmente quando perdo una partita a scacchi. Dovevo diventare il rivoluzionario di sta ciolla, frequentando il circolo degli operai ma quello che son riuscito a fare col massimo dello sforzo è stato girare il contenitore del ketchup da mettere sulla solita bistecca di carne mal cotta sulla griglia. Stasera non mi rimane che scrivere questo sfogo sul blog, anche se avevo promesso di interrompere il periodo finto-romantico o come cazzo l’avevo chiamato anzitempo. Scrivere non è sempre una consolazione o un piccolo trofeo di riconoscimento, un buono omaggio come per dirti Sei stato un grande ad averci provato, ma ora smamma che rovini le foto del vincitore con quella faccia di culo che ti ritrovi, esso sta diventando il trionfo dentro la sconfitta, che in un qualche modo potrebbe essere sintetizzato con Cosa me ne frega se ho preso scacco matto, ho ancora una qualità in più! Domani, chissà, mi alzerò e riuscirò a trovare la dimostrazione della veridicità dell’ipotesi di Riemmann, anche se con le scarse conoscenze che ho di algebra e analisi complessa non penso che possa andare avanti questa speranza illusoria, oppure entrerà qualche soldato delle SS per sfondarmi il cranio, come nel film The Wall.

Minima Immoralia #32

24 ottobre 2008

Esseri Immondi – Parte Finale

Non mi pronuncio su questi signori (specialmente sull’ultimo): c’è stato chi li ha amati, c’è stato chi li ha odiati, c’è chi li ama e c’è chi li odia ancora. Io li trovo semplicemente parte di un organismo: la Storia.





Minima Immoralia #23

19 ottobre 2008

Esseri immondi – parte II: Ciò che disse la suola delle scarpe

E’ inutile. Ogni gesto che si compie, ogni movimento compiuto in un minimo intervallo di tempo, qualsiasi fotogramma che attraversa la retina riporta a ricordi non bellissimi: a ben pensarci, delle autentiche schifezze. Si fa di tutto per toglierli dalla mente, pensando di ritenerli semplici scene di film bruttissimi visti in cinema da quattro soldi, fingendo che talune volte il dolore è solo scaturito da un qualcosa di fisico, e non di psicologico, con la speranza che in qualche modo esista una medicina sintetica in grado di eliminare materialmente il dolore. Ma la metafora è chiara e il concetto ancora più odioso e insopportabile. Puoi lavare quanto vuoi la suola delle tue scarpe: la puzza della merda appicicatasi rimarrà sempre. Non rimane allora, se il cervello è ancora in grado di agire da solo, senza barbiturici o aspirine per cavalli, che farci l’abitudine.

Minima Immoralia #22

19 ottobre 2008

Esseri immondi – parte I

Ci sono persone capaci di dimostrare che 2+2 non necessariamente deve dare 4, altre che guidano bus navetta che ti portano da un cubo all’altro dell’UniCal che ricordano tanto le vetture che deportavano gli ebrei nei Lagher nazisti, altre che si limitano semplicemente a starsene in casa a scrivere quattro cazzate su un blog criticando tutto e tutti, defindendosi deus ex machina della società dell’informatica, profeti della generazione X e minchiate simili discorrendo. Ebbene: queste persone non ricordano l’essenza del più semplice ragionamento logico, ignorano l’esistenza dei campi di concentramento e non provano piacere nel rimanere ad osservare per ore il sole sorgere il mattino sulle colline della Calabria. Ma io non ho voce in capitolo, in quanto sono seduto comodamente davanti allo schermo del mio portatile intento a scrivere una forte critica nei riguardi di tali persone. Sono un essere immondo.