SCRIVERE! Per fare tanti soldi

Ovviamente non include il saper scrivere, ma con un po’ di sana mortificazione populistica posso riuscire nell’intento e pubblicare vagoni di libri-merda per deficienti, tredicenni in calore e feticisti degli e-book spazzatura. Se ci è riuscito Alessandro Baricco, del quale stimo solamente il fantastico monologo Novecento, ce la posso fare pure io che campo di LaTeX. Perché tutto questo? Perché non è possibile che si riescano a trovare libri di cucina e link per scaricare gli e-book della sag(r)a di Twilight e non Solaris di Stanislaw Lem!

P.S.: Non si offenda Baricco, ma veramente: quando leggo un suo libro mi cadono le braccia a ogni lettera.

Ti Sparerei Serge Lang

22 giugno 2010

Ti sparerei volentieri, te e tutti i bourbakisti di questo universo. Ma devo ammettere che di matematica ne sapevi veramente tanta ed eri anche un attivista con le contropalle. Rimane il fatto che sta storia di schematizzare la matematica non mi va giù, preferisco la scuola di pensiero russa. Ecco perché ti sparerei volentieri: rimani un figo, ma spacchi le palle!!!

Trauma Infantile

13 giugno 2010

A casa mia vige la regola di non dire nulla sull’esistenza di Babbo Natale fino a quando il piccolo di casa non si scoccia di tutta la storiella del pederasta comunista obeso che porta regali ai poveri malcapitati. Ogni Natale è un trauma, perché il concetto di Babbo Natale è un tabù supremo come il Maracanaço per i brasiliani. È un trauma per me, che puntualmente me ne dimentico e devo sorbirmi le occhiate feroci di mia madre o dei miei zii per una battuta sull’argomento oppure le domande dei miei cugini che chiedono delucidazioni sul perché il caro pederasta non abbia portato qualcosa pure per me. Ricordo quando ho scoperto la non-esistenza di Babbo Natale: stavo aspettando, come ogni anno, fuori dal balcone di vedere il carro del Malefico quando, per un millisecondo, mi son girato verso la porta della sala da pranzo e vidi mia zia che tirava fuori i regali dall’armadio. Ci ho messo cinque anni per riprendermi dallo shock, perché da lì iniziarono tutta una serie di pippe mentali sull’esistenza di altre cose, cose di cui ora, come Babbo Natale stesso, non me ne importa una cippa. A volte basta questo, uno sguardo fulminante verso un armadio per farti cambiare la visione del mondo.

Il Tango Dei Cardinali

3 giugno 2010

Ci sono tante cose malate a cui penso mentre gioco a scacchi. Talmente tante che ogni volta mi distraggo durante il gioco e lì iniziano i momenti di alta scuola della cappella magistrale. Il più delle volte penso alle persone che mi stanno intorno, che guardano la scacchiera in cerca di qualche minuto di distrazione dallo studio pre-esame che inonda l’aula studenti specialmente in questo periodo di inizio giugno. Non mi danno fastidio, mi mettono in agitazione. Ma questo è il mio difetto da una vita, forse anche una fobia, quella di cercare di rimanere coerente con quello che faccio davanti a tutti e rimendiando ogniqualvolta la stronzata che mi mette in ridicolo: lo faccio anche quando gioco a scacchi. Poi ci sono i concetti ultraterreni, quelli che vogliono trovrare similitudini assurde tra i vari pezzi della scacchiera e la razionalità umana. Mi ha sempre incuriosito un’idea che mi son fatto sin da piccolo sugli scacchi come di un dibattito su un argomento fra due persone: i Re sono le immedesimazioni dei due interlocutori; le Donne le idee fondamentali di tutto il loro parlare; Torri e Alfieri gli argomenti che vanno dritti al punto (le prime per gradi, i secondi di “traverso”); i Cavalli sono gli accostamenti più assurdi, quelli che collegano zone che altrimenti non potrebbero mai essere accostate fra di loro; e poi ci sono i Pedoni, i connettori logici, i quantificatori, che in quanto tali quasi nessuno li riesce a usare a dovere. Proposte, spinte, contrasti, attacchi doppi, scacchi… Tutti termini che nell’arte della retorica possono essere utilizzati tranquillamente per definire gli stili diversi dell’ars oratoria. E poi, diciamocela in sincerità, chi non ha mai accostato Lo Spezzino che con il suo intercalare Ma cioè? ti pianta 1. …d5 in risposta a 1.e4? Tutto questo mi capita di pensarlo mentre lascio bellamente in presa la Donna in qualche partita su Internet. Ci sono poi i momenti in cui non ho voglia di pensare, e qui si genera il paradosso: tanti pensieri, troppi forse, della vita quotidiana, della vita universitaria, del mio stato mentale, della mia vita sentimentale (praticamente inesistente e relegata verso l’ammirazione di qualche celebre pornostar americana) che annullandosi a volte tirano fuori l’istinto primordiale; quello che vuole sopravvivere alla nemesi di turno. Gli scacchi come regola alla sopravvivenza, come una guerra per la vita. Poche volte capitano questi eventi, e poche volte in questi momenti riesco a partorire perle di saggezza o, come sto per presentare, belle partite di scacchi. Non si tratta di analisi approfondite o di barbatrucchi degni di un Marshall o di un Morphy dei tempi andati, ma una battaglia fino all’esaurimento nervoso, dove anche quel poco di fermezza mentale che mi è rimasta riesce a dominare su chiunque osi sfidarmi in quei momenti di tabula rasa mentale.

Quaest-io – sergeistorkov
Live Chess su chess.com
Tempo di riflessione: 10 min + 0 sec
Apertura: Difesa Philidor

1. e4 e5 2. Nf3 d6 3. Bc4 (Ho sempre odiato la Philidor, la reputo da vigliacchi: il buon amico D’Aurizio mi consigliava però 3. d4, con prospettive di indurre all’errore l’avversario immediatamente se si fosse permesso a giocare 3. …Bg4 come farà in partita. Ma io non sono per lo scannamento veloce del mio avversario, voglio soffrire con lui fin quando ne ha le forze, o fin quando ne avrò io) …Bg4 4. O-O Nf6 5. d3 d5 6. Bb3 Be7 7. Bg5 dxe4 8. dxe4 Nc6 9. Qxd8+ Rxd8 10. Bxf6 Bxf6 

11. Nbd2 Nd4 12. Rfe1 Bxf3 13. Nxf3 Nxf3+ 14. gxf3 O-O 15. Rad1 Rxd1 16. Rxd1 Rd8 17. Rxd8+ Bxd8 18. c4 c5 19. Kg2 a5 20. a4 b6 

21. Kg3 Bg5 22. Bd1 Bf4+ 23. Kg2 g5 24. h3 h6 25. b3 f6 26. Be2 Kf8 27. Kf1 Ke7 28. Kg2 Ke6 29. Bd3 h5 30. Be2 h4 

31. Bd3 Kd6 32. Be2 Ke6 33. Bd3 Bd2
Qui sta tutto: il Nero sembra avere un leggero vantaggio ma, come dice Rosario, la coppia di Alfieri di colore diverso inizierà un tango che stancherà inevitabilmente uno dei due avversari. È l’inizio della guerra dei nervi
34. Be2 Bc3 35. Bd1 Kd6 36. Bc2 Ke6 37. Bd3 Bd2 38. Bb1 Bf4 39. Bd3 Bc1 40. Bf1 Bd2 

41. Kh2 Bf4+ 42. Kg2 Kd6 43. Kg1 Ke6 44. Bg2 f5 45. exf5+ Kxf5 46. Kf1 Bc1 47. Ke2 Kf4 48. Bh1 Bb2 49. Bg2 Bd4 50. Ke1 Bc3+ 

51. Ke2 Bd4 52. Kf1 Bc3 53. Bh1 Kf5 54. Kg2 e4 55. Kf1 exf3 56. Bxf3 Kf4 57. Kg2 Bd4 58. Bd5 g4 (Sento odore di cedimento) 59. hxg4 Kxg4 60. f3+ Kf4 

61. Kh3 Bf6 62. Bc6 Ke3 63. Kg4 Be7 64. f4 h3 65. f5 h2 66. Kh5 Kf4 67. Kg6 Kg3 68. f6 Bxf6 (Il crollo definitivo) 69. Kxf6 Kf4 70. Ke6 Ke3

71. Kd6 Kd3 72. Kc7 Kc3 73. Kxb6 Kxb3 74. Kxc5 Kc3 75. Kb5 Kd4 76. Kxa5 Kxc4 77. Kb6 Kb4 78. a5 Kc3 79. a6 Kd2 80. a7
1-0
Questa partita, in qualche modo, mi ha dimostrato una cosa: che talvolta arrivare dritti al punto, se si hanno opinioni troppo diverse, se uno vede solo “Chiaro” e l’altro solo “Scuro”, non sono le argomentazioni che contano a lungo andare, bensì la forza di portare avanti un tema, un’idea che forma la propria persona e il proprio modo di vivere. La vita è fatta di attacchi, difese, tirarsi indietro quando serve, arrivare fino alla meta e mai scendere a compromessi fino a quando si è convinti di quello che si sta facendo. Gli scacchi son fatti di attacchi, difese, arrocchi e tattiche per non perdere iniziativa e la costruzione del proprio piano di gioco. La vita e gli scacchi sono una giungla selvaggia e io sto iniziando a trovarmici bene.

Jarammaliditta

2 giugno 2010

Quando pensi di non aver portato l’unico cavo USB che collegava il lettore E-book al PC da Cosenza a Pisa e magicamente te lo ritrovi nel cassetto insieme alle penne e i preservativi, le bestemmie sono l’unica cosa che ti confortano dopo mesi di disperazione.