N.B.: NESSUN GRUPPO IN PARTICOLARE VIENE ATTACCATO O PRESO DI MIRA IN QUESTO POST

La mia casa discografica dichiara ogni giorno di avere il bilancio in rosso e di rischiare la bancarotta, nonostante gadgets con la mia faccia e gli incassi stellari dei tour della mia band. Ha anche vinto due cause contro dei ragazzini pescati dalla GdF a scaricare musica illegalmente (illegale è diventato sinonimo di gratis nel III millennio). Nei miei testi esorto i miei fan ad abbattere le barriere che la società moderna ci propina per farci il lavaggio del cervello, eppure con la band abbiamo pagato più di quarantamila euro per partecipare a un festival nazionale di musica. E vincerlo. Ma per quello abbiam dovuto sborsarne altri duecentomila. Il nostro manager ci ha consigliato sin dagli esordi di creare un personaggio intorno al nostro profilo, per la musica che facciamo: essere totalmente diversi da quello che possiamo sembrare nella vita reale. Così si raccolgono più fan, utilizzando stereotipi cari al tempo in cui viviamo, e mettiamo in risalto una certa curiosità dei mass media nei nostri confronti: qualche settimana fa durante un concerto il bassista ha sputato in un occhio a un ragazzino. e i nostri fan sono andati in catarsi. Il boss si è congratulato con lui, dicendo che era un’ottima pubblicità negativa che avrebbe attirato ancora di più l’attenzione, ma nonostante i giorni passati da allora lui ci è rimasto ugualmente di merda (però ancora continua a sputare su tanti altri ragazzini e andare a letto con le groupie minorenni, dobbiamo fare audience: mica i santarellini di turno).

In tutto questo io continuo a chiedermi quanto di arte ci sia rimasto nella musica, quanto di business è rimasto nel fare economia e quanta finzione è rimasta nel recitare una parte, poiché in tutto questo non trovo nessuna delle tre: io vedo solo lobotomie della massa.

Non ho mai avuto una grande considerazione dei ricordi. Solamente un’accozzaglia casuale di immagini e suoni del passato che ritornano quanto meno te l’aspetti a portare più malinconia di quanta non possa averne negli ultimi anni. Ecco comparire recentemente l’occhio buono di mio nonno che alla festa per i miei due anni mi teneva in braccio cantandomi Tanti Auguri A Te, l’altro lo perse durante El Alamein. Di quell’evento ora vi è solamente una foto raccolta in tante altre nel primo di due album dedicati alla mia infanzia. La sostanziale differenza tra un ricordo e una foto potrebbe essere che la foto, guardandola, scatena nel cervello l’inevitabile meccanismo che azione il ricordare il ricordo, mentre per il ricordo difficilmente scatta il ricordare una foto, o almeno capita spesso a me di non ricordare in nessun modo una fotografia se non è dentro un ricordo stesso, un momento in cui la commentai con qualcuno o la scattai in un periodo importante. In realtà sono un bugiardo, perché ricordo tutte le foto che ho scattato e mi hanno scattato negli ultimi cinque anni. I ricordi sono un frammisto di bugie, una letterina a Babbo Natale con su scritto Caro Babbo Natale, oggi vorrei rivedere qualcuno che è morto: puoi mandarmi una foto del suddetto? Di te ricordo il giorno in cui incontrai per caso E. dandomi la notizia che nessuno si aspettava. S. la prese come uno scherzo: la sera stessa eravamo alla piazzetta vicino la statua di San Francesco a ricordarci, sotto delle nuvole senza lacrime, il vuoto che da ora in avanti avresti lasciato in ognuno di noi. Di te ricordo i ragazzi e i tradimenti delle medie, poi una sera di Capodanno e una notte di metà gennaio. Neanche il tempo di respirare l’aria di novità che doveva arrivare che già mi sbattevi in faccia la polvere del tappeto tolto da sotto il mio culo. In quel mentre, sbattere la testa contro il muro è stato l’unico sollievo: Piangi per il dolore fisico e non per stronzate simili di solito dico agli altri, e per coerenza mi sarei tagliato un piede piuttosto che continuare a lacrimare come facevo a cinque anni per un giocatollo rotto. Ma ero inerme e impreparato: io, te e il quadro di mio zio, morto in Grecia durante la guerra. Ha vinto la staticità del quadro, che di lì in poi per un anno continuai a fissare senza motivo, in cerca di qualcosa da fare. L’ho trovata quest’anno: quel poco di odore regalatomi dalla nostra relazione e dal tuo imene, che aveva invaso la mia mano, ora è stato soppiantato dal fumo delle sigarette. Di queste due persone ho solo due foto, entrambe scattate da me credo. In una te eri vestito di bianco, per un matrimonio o una comunione, nell’altra te avevi un cappellino del Burger King a forma di corona e ti saresti divertita tanto quella sera se io non avessi avuto la testa per tutto il giorno su Mario Kart Wii. La nostra amicizia è arrivata all’autunno? Mi chiedevi mandandomi un sms subito dopo. Quanto avrei voluto rispondere Se ce lo chiediamo in questo modo, siamo arrivati direttamente a inverno inoltrato. Due foto. Tanti ricordi. Sono sempre stato bugiardo: io adoro scattare foto.

Con loro ho un bel rapporto. Approsimativamente è questo il mantra che si ripete da un paio di settimane fino alla nausea. Stanotte si parlava, come quasi tutte le sere, mantra diventato anche questo, seppur con qualche piccola variante, di Michael Jackson. Si è presentata nel discorso la teoria più romantica nella sua incredibile assurdità. Pensa se, durante il concerto in sua memoria, mentre fanno vedere gli spezzoni delle prove che stava facendo, sbucasse lui di colpo; ché tutto quanto è stata una finzione, poi di nuovo lui a ballare come ha sempre fatto: mi metterei a piangere. Le lacrime ci sarebbero comunque, e per una volta l’idea di vedere migliaia di persone stare insieme per compiangerne un’altra non farebbe schifo. Poi ritornerebbe tutto come prima. I ritorni di fiamma sono sempre pericolosi, perché rischiano di far esplodere l’intero braccio che tiene la bomboletta con la quale si sta dando fuoco. Sarebbe anche questa una lezione da prendere in considerazione negli attimi futuri. Tener conto solamente del durante e mai del prima o dell’imminente dopo. Poi ti accorgi che ogni frase, azioni o gesto che compi rispecchia un determinato piano logico predefinito in partenza. E limiti i danni pensando a Michael Jackson, e di come sarebbe bello vederlo per almeno un’altra mezz’oretta ballare, giusto il tempo per far piangere qualche fan e dar pane per un altro mese alle TV e a chi lo ha sempre criticato. Le persone in fondo pensano solamente ai fatti propri, celati o meno in interesse comune e bene del popolo, escludendo pressappoco tre, quattro uomini che hanno fatto la Storia. E non hanno di certo fatto una bella fine.

Approsimantivamente è questo il mantra che si ripete ogni giorno da un paio di settimane fino alla nausea, fino a quando il cervello smette di replicare e decide di mettere un intermezzo musicale: una canzone presa da Elvis Costello o il ritornello di un successo di George Harrison, che ogniqualvolta tento di scrivere il suo nome, mi esce sempre fuori Geroge (ora che dovevo scrivere sbagliato m’è uscito giusto) e mai George. Approssimativamente, che se si fanno le cose precise si rischia sempre la fine del Titanic.

Another Failed Romance

1 settembre 2008

La pioggia fu la doccia dei nostri ricordi. Su quella panchina a fare l’amore dieci, venti, trenta volte. O era sesso? Neanche le stelle capirono il rapporto che ci fu tra noi. Marcammo le stesse linee che guerre marcarono con il sangue mesi dopo, rubando ai nostri occhi le visioni di quel luogo, regalando ai nostri cuori nuovi ologrammi, ologrammi indelebili, per i primi tre mesi, da lavare poi con altra pioggia, e ricostruire gli edifici che coprivano il tuo ansimare primaverile. Estate: stagione di lutti in famiglia. Ora la tua pelle ricalca gli antichi solchi su pietre miliari, e il ricordo di essa non porta a cieli stellati o velli d’oro o colonne del mondo. Solo lacrime, non più pioggia.

Oh my love 
You were the only one 
Now you’re gone and I’m alone 
All my friends 
They say what’s done is done 
I pretend 
But deep inside I know 

If I should love again 
If I find someone new 
It would be make-believe 
For in my heart 
It would be you 
And though I hold her close 
And want her now and then 
I’ll still be loving you 
If I should love again 

All day long 
I keep remembering 
All the night 
I think of you 
All my life 
You’ll be the song I sing 
I’ll get by 
But this I swear is true 

If I should love again 
If I find someone new 
It would be make-believe 
For in my heart 
It would be you 
And though I hold her close 
And want her now and then 
I’ll still be loving you 
If I should love again