Voglio tornare a Pisa. E dopo questa piccola parentesi di disperazione ne apro e chiudo immediatamente un’altra. Ho passato l’estate più allucinante, non la più bella: la più allucinante (siete delle merde!), della mia vita. Tra qualche giorno il capitolo si chiude, con settembre alle porte, il Natale è alle porte, l’anno nuovo entrerà come al solito dalla finestra spaccando i vetri con un peto sonico e ci ritroveremo la cenere e il fumo dei fuochi d’artificio nelle case, insieme ai petardi e qualche pallottola a salve. Tempo di chiudere il mar Tirreno per manutenzione mentre il faro di Capocozzo è spento. Anche per quest’anno ho fatto un buco nell’acqua per quanto riguarda sane chiavate, non storielle d’amore di tre mesi del cazzo come in ogni film estivo targato Neri Parenti, ma sane chiavate. In un modo o nell’altro mi ritrovo alle quattro di notte dentro il bagno a scrivere qualche minchiata con rumori molesti che giungono dal giardino: gatti che miagolano, lucertole che corrono, passi di uomini delle caverne…

Voglio tornare a Pisa, lasciare qualche cadavere sulle coste di Clampetia e sotterrare quelli che ho lasciato sulla torre pendente, i più pesanti in assoluto, quelli di un anno difficile e incasinato, seppur allucinante anch’esso.

Voglio tornare, voglio mangiarmi ogni singolo mattone di quella città costruita sopra una palude e sputare i pezzettini che rimangono tra i denti addosso a ogni macchina che tenta di investirmi ogniqualvolta mi dirigo verso l’università.

Voglio rivederti, anche se sarà impossibile creare una buona occasione per vomitarti addosso tutte le cose belle che provochi in me: Sai, quel tuo corpicino che guardava me, ha spinto il mio corpicione verso te… Non sono mai stato il tipo per discorsi logorroici sulle sensazioni che provoca l’innamoramento.

Voglio tornare a studiare e parlare di matematica, bestemmiare senza che nessun truzzo mi mostri il suo rosario con diamanti incastonati e vantarsene manco avessero un cazzo lungo il doppio quello di John Holmes, urlare canzoni in Piazza Deh Cavalieri e ridere di fronte una qualsiasi cazzata ben costruita su YouTube con i soliti quattro stronzi che rimangono ad aspettare le donne delle pulizie.

Voglio che Salvetti mi cacci non una, ma altre cento volte alle tre di notte dal Dipartimento, voglio ritornare a prender per il culo i fisici e gli ingegneri, voglio giocare a scacchi da Nero e senza la Donna e vedere Gabriel che si incazza mentre gli rompo il culo, voglio tornarmene a Pisa perché l’estate mi ha rotto seriamente i coglioni.

Mai stato così lontano dalla realtà. Parlo in termini temporali: lo spazio in fondo non lo puoi controllare. Datemi una piscina ed è come dare cocaina gratis a un tossico.

Le idee matematiche concluse a metà, i concetti filosofici nati cresciuti e deceduti davanti un video di dubbia morale cattolica, problemi e dubbi (mi son rotto il cazzo di scrivere sempre ste due parole in successione, ndr) abbandonati sul bordo piscina come le falene che cadono in acqua e te che le riprendi con un bicchiere per farle asciugare vicino una lampada dalla luce fioca.

Questo stato di relax durerà non molto: con la chiamata di mia madre alle nove e mezza e la sveglia delle dieci, entrambe decorate da Ride The Lightning e i bestemmioni di F, era iniziata una giornata che poteva sembrar perfetta, ancora sentivo l’odore di quel senso di onnipotenza dato da un menefreghismo che solo un dio pagano può avere, fino a quando abbiamo travolto quelle due farfalle che danzavano nell’aria con la macchina.

Quando imparerò che non esiste dio che non possa essere travolto dalla velocità del tempo?

Si ragionava ieri sera su di un possibile ritorno al baratto, data la crisi che sta colpendo un po’ tutti. In particolare un baratto specifico, quello del pagare in natura. Da qui la perla che fa da titolo al post e che risponde alla domanda Cosa si deve fare quando qualcuno vuole comprare dei preservativi?

Non vorrei trovarmi nei panni della povera malcapitata dovesse presentarsi qualcuno che vuole comprare dei lassativi……

Stress Test

4 agosto 2010

Uno dei miei superpoteri è quello di portare fino al nervosismo qualsiasi persona sia legata a me con una affinità particolare, sia essa un familiare, un amico o il mio cane. Le opzioni rimangono sempre due: o si arriva al momento di scazzo che passa immediatamente dopo o si finisce con l’evitarsi per un tempo indeterminato. Rimane da capire se lo pratico come hobby o involotariamente. Però ho da poco scoperto che il mio cane oramai ne è immune. Chissà come fa…